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mocassino fabi college

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mocassino fabi college in vitello abrasivato. Realizzato secondo la pregiata tecnica artigianale Flex Goodyear, una costruzione brevettata che dona massima flessibilità e comfort. Suola in cuoio. <strong>

da abbinare con un abito browngreen prodotto da corneliani ed un cappotto sartoria 1911

definizione scarpa derby

calzature

Vestiti per i piedi

Le calzature costituiscono la protezione che, da secoli, gli uomini hanno adottato per i loro piedi. Per realizzare le scarpe si impiegano i materiali più svariati, a cominciare da quelli naturali: pellame e cuoio, tessuto, legno, sughero e gomma. Le calzature possono anche essere realizzate in cartoni speciali, materie plastiche, nylon, oltre naturalmente che con l’impiego di chiodi, fili e colle

COME È FATTA UNA SCARPA

Ci sono molti modi diversi per fare una scarpa, ma esistono alcune parti comuni a quasi tutti i modelli. La parte inferiore della scarpa è chiamata suola, e termina con il tacco, un rialzo che serve per fornire al piede un appoggio corretto o per esigenze estetiche. La parte che avvolge il piede è chiamata tomaia. Quest’ultima è composta da diverse aree, di cui quella sovrapposta al collo del piede può essere indicata col termine di gambino. Internamente la tomaia è rivestita da una fodera. Vi può essere poi una linguetta da sistemare tra le stringhe e il piede. La descrizione data è però solo indicativa, anche perché le calzature possono essere realizzate in maniera estremamente semplificata. Basta pensare, per esempio, ai cosiddetti zoccoli olandesi, costituiti da un unico pezzo di legno scavato.

PER TUTTI I GUSTI E PER TUTTE LE ESIGENZE

Le calzature si dividono a seconda della forma, dell’utilizzazione e della foggia.

Quelle che chiudono il collo del piede sono dette scarponcini, mentre se arrivano a coprire caviglie e polpaccio si chiamano stivali. Altre calzature molto diffuse sono i mocassini, con tacco molto basso o medio e realizzate in pelle morbida. Vi sono poi i sandali, scarpe aperte utilizzate prevalentemente d’estate. Altre calzature comuni, esclusivamente femminili, sono le scarpe col tacco alto, che quando è estremamente sottile viene anche chiamato a spillo.

Esistono poi vari tipi di calzature pensate appositamente per gli sport. A quelle classiche da ginnastica, chiamate anche da tennis, si affiancano quelle da calcio, con dei tacchetti sotto la suola per aumentare la presa sul terreno. Vi sono poi le scarpe da vela e quelle da golf, quelle da ballo e quelle pensate per la marcia e la corsa. In alcuni casi le calzature sono disegnate per correggere difetti di impostazione della camminata o problemi fisici come una differente lunghezza delle gambe. In tal caso si parla di scarpe ortopediche che devono essere realizzate da laboratori specializzati.

LAVORAZIONE Goodyear Flex.

La famiglia Goodyear — nome che oggi conosciamo soprattutto per gli pneumatici — ha avuto un ruolo fondamentale per l’industria calzaturiera, grazie a due invenzioni capaci di rivoluzionare il settore e utilizzate ancora oggi, a oltre un secolo di distanza.
La prima invenzione fu quella della vulcanizzazione della gomma, avuta dall’imprenditore americano e chimico autodidatta Charles Goodyear negli anni ‘30 dell’800. Brevettata nel 1844, senza di essa non ci sarebbero state le suole in gomma e soprattutto le sneaker.
Il figlio più grande di Charles Goodyear, che col padre condivideva il nome e l’incredibile spinta per l’innovazione, entrò nell’attività di famiglia e, alla morte di Charles senior, Charles junior si interessò anche al settore calzaturiero. Nella seconda metà dell’800, infatti, grazie al rapidissimo sviluppo dell’industria e delle tecnologie manufatturiere, in tanti provarono ad applicare i macchinari per cucire alla produzione di scarpe, che, essendo fatte a mano, erano molto costose.
Charles Goodyear jr. aprì una sua azienda, acquistò i diritti di alcuni dei tanti brevetti che all’epoca venivano depositati e poi assunse ingegneri e inventori per svilupparli e migliorarli.
Furono molte le macchine che vennero prodotte da Goodyear, che però passò alla storia per il metodo che da allora prese il suo nome: il metodo Goodyear, brevettato nel 1869, permise di produrre a livello industriale scarpe di alta qualità in tempi molto più rapidi e a circa un settimo del costo di un modello equivalente fatto a mano.

QUALCHE TECNICISMO

Il metodo Goodyear consiste in un guardolo — cioè una striscia di materiale, solitamente cuoio morbido ma può anche essere gomma o plastica, che corre attorno all’intero perimetro della scarpa — cucito prima al sottopiede e alla tomaia e poi alla suola.
Questo permette di avere una calzatura molto comoda e resistente, che può essere risuolata anche molte volte.

Il fissaggio tra guardolo, sottopiede, tomaia e suola viene eseguito con una cucitura o da una combinazione tra cucitura e collante.
Nello spazio che rimane tra il sottopiede e la suola viene inserito un materiale poroso e traspirante: il più utilizzato è il sughero.

Le macchine per questo tipo di lavorazione sono ovviamente molto cambiate dai tempi di Charles Goodyear jr., e l’innovazione, in questo campo, è continua. Il principio, però, è sempre lo stesso.

Una variante è la cosiddetta Goodyear Flex: è a tutti gli effetti una costruzione Goodyear, quindi si applica il guardolo alla tomaia ma a posto della soletta interna in cuoio, la scarpa si costruisce a mezzo sacchetto. Si prosegue come se fosse un Goodyear classico, riempiendo con sugherina e poi incollando la suola. Si ottiene così una flessibilità assoluta.

Scarpe

40, 41, 42, 43, 44, 40,5

Colore

Blu, Nero

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